Ponzio Pilato: Storia, Biografia e Curiosità

Conosciamo tutti Ponzio Pilato: considerato da tutti il traditore di Cristo, il solito sentirlo nominare genera scetticismo e parecchio nervosismo. Pilato cominciò la sua carriera dopo la nomina a procuratore della provincia della Giudea.

Fu l’imperatore romano Tiberio a rendergli tale onore. L’appartenenza di Pilato alla classe sociale, tuttavia, non lo rende molto famoso, almeno agli inizi: il ceto era medio-alto, lontano dai lustri dei grandi aristocratici che facevano parte dell’ordine senatorio.

Ponzio Pilato: la biografia del traditore di Cristo

Non abbiamo molte notizie sulle sue origini

Le sue origini sono tutt’ora incerte. Alcuni storici avevano avanzato l’ipotesi che Pilato potesse essere spagnolo; tuttavia, si è preferito dare adito alla teoria che facesse parte della famiglia dei nobili sanniti dell’Italia Meridionale, i Ponzi.

Pilato condusse una vita abbastanza normale, fino al giorno che lo rese così “celebre” in tutto il mondo. Il suo lavoro lo occupava per la maggior parte del tempo: manteneva l’ordine nella Giudea, riscuoteva le imposte indirette e la tassa pro capite.

I casi di condanna a morte gli erano sempre stati affidati. Era considerato il massimo esperto in campo giudiziario della sua epoca. Lui e la moglie vivevano a cesarea; la città portuale era avvero una piccola meraviglia. Al loro servizio, avevano un reggimento di cavalleria, circa 500 uomini, scrivi, messaggeri, cinque coorti di fanteria e, ovviamente, servitori che si occupavano del loro benessere.

Pilato conduceva una vita agiata

Insieme alla moglie, era considerato molto importante

«Pilato, con il suo cinismo e il suo scetticismo, è un personaggio estremamente intrigane. Per alcuni, è un santo. Per altri, è la personificazione della debolezza umana, l’archetipo del politico disposto a sacrificare un uomo per mantenere la stabilità».

Così si esprime Ann Wroe, nel suo Pontius Pilate, a proposito del procuratore.

Una tra le frasi più famose che gli sono state attribuite è la seguente: «Che cos’è la verità?» Fu la domanda che pose a Gesù Cristo, in seguito alle accuse pesanti che gravavano a suo carico.

Quando i capi e gli anziani ebrei cominciarono a non apprezzare l’operato di Cristo, che inoltre si definiva un re e il legittimo figlio di Dio sceso in terra, si rivolsero in modo urgente a Ponzio Pilato.

La condanna di Gesù Cristo

Pilato cambiò più volte opinione per garantire la sua carriera

Inizialmente, non definì Gesù Cristo come una minaccia. Dopotutto, diceva soltanto di voler portare la verità in terra: non rappresentava un pericolo per la comunità o per l’Imperatore.

«Non trovo nessun delitto in quest’uomo».

Pilato cominciò a vacillare quando gli ebrei lo costrinsero a rivalutare la situazione. Gesù Cristo, per loro, era un sovversivo, un ribelle. Le province dovevano fare qualcosa a riguardo e subito.

Il gesto eclatante, entrato nell’immaginario collettivo e nei modi di dire, avvenne quando Pilato, mettendo a tacere la coscienza, agì per il bene della sua carriera, tradendo Cristo. Si “lavò le mani”, condannò Cristo a morte e i soldati cominciarono a fare il loro “dovere”.

Una curiosità, che non molti sanno, è che il gesto di lavarsi le mani è tipicamente ebreo: non rappresentava per loro uno spargimento di sangue.

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