Venezuela, Caracas: Colpo di Stato di Maduro
Venezuela, Caracas: Colpo di Stato di Maduro – Riguardo a tale argomento, il Tribunale Supremo ha approfondito la sua scelta di deliberazione del Parlamento, che dalla fine del 2015 era governato dall’opposizione, e di sottrarre l’immunità ai deputati: parliamo di un’intesa tra le principali organizzazioni del Paese, invitate dal presidente Nicolàs Maduro che ha subito asserito di non essere a conoscenza dell’iniziativa, in seguito alle numerose proteste.
Maduro, dunque, ha subito colto l’occasione, sostenendo di allontanare ogni tipo di atto terroristico all’indipendenza, contestando persino gli interventi stranieri che sono intenzionati a provocare un colpo di Stato.
A Caracas, effettivamente, il Parlamento si è estinto. La prolungata ordinanza che si è tenuta durante la notte del 29 marzo 2017 dalla Corte Suprema di Giustizia offre per legge la piena libertà di promulgare nuove leggi e di attuare qualsiasi cosa gli passi per la testa. Facciamo riferimento, quindi, a un modello castrista, tanto che l’immagine di democrazia ha perso il suo valore.
La causa primaria che ha generato il Colpo di Stato è da ricercare nelle elezioni del 6 dicembre 2015, in cui più di 110 deputati su circa 170 hanno preso parte all’opposizione.
Un numero sufficiente che, però, non è assolutamente piaciuto all’istituzione chavista che da tempo e in modi differenti limitava l’opposizione, o almeno ciò che ne restava.
La Corte Suprema di Giustizia è riuscita ad assumere ogni potere dell’Assemblea Nazionale in Venezuela, chiudendo ufficialmente il Parlamento di Caracas e dando la possibilità al presidente di poter governare senza alcuna limitazione di sorta. Nella delibera, l’Alta corte ha asserito che fino al momento in cui durerà la fase di oltraggio verso il presidente, le competenze parlamentari dell’Assemblea Nazionale saranno nominate in linea diretta dalla sala costituzionale del Tribunale o da altri organi di cui dispone, in modo da assicurare lo stato di diritto.
Ciò vuol dire che, Nicolàs Maduro ha tutte le facoltà di poter fare tutto quello che desidera. L’unica cosa che dovrà fare, è comunicare alla Corte Suprema le sue intenzioni, mentre l’Assemblea Nazionale, non avrà più la possibilità di cambiare le condizioni proposte e nemmeno di stabilirne nuove.
Non ci sono state inoltre delle date casuali, in quanto dopo poche ore l’Organizzazione degli Stati Americani, che aveva deciso di non servirsi della carta democratica per Caracas ed esigere la liberazione dei prigionieri politici incarcerati dal governo Maduro, ha senza dubbio rafforzato il regime Maduro, sfruttando l’opportunità di annullare l’immunità parlamentare dei deputati, concedendo ulteriori poteri straordinari a Maduro in materia economica, penale, politica e militare.
Anche se sembrava vicina all’esaurimento, la democrazia venezuelana ha ricevuto il colpo di grazia il 30 marzo del 2017. All’unanimità l’Assemblea ha approvato il decreto legge con il quale si conferma che i politici eletti vengono ridotti al superfluo per assicurare la tutela della pace, il sistema socioeconomico, finanziario e la sovranità.
Questi dunque sono stati i motivi che hanno autorizzato la Costituente a tutti i poteri, anche senza la rottura del parlamento. La presidenza del Parlamento ha asserito che nonostante tutto, non si sarebbero presentati di fronte a tale bugia costituente, continuando a lavorare senza riposo per il recupero dell’ordine costituzionale e delle elezioni libere.
Maduro Dittatore
Nicolàs Maduro Moros, nato il 23 novembre del 1962 a Caracas, in Venezuela, ha lavorato per diversi come autista per la Metropolitana di Caracas. Dopo essere diventato sindacalista, con questa carica riesce ad entrare nel consiglio di amministrazione della società di trasporti pubblici della capitale venezuelana.
Impegno Politico
Negli anni Novanta fonda il Sindacato “Metro de Caracas”, di cui diventa il fondatore, avvicinandosi ad Hugo Chàvez che al tempo si stava per candidare alla presidenza venezuelana. Grazie al partito MVR collabora con la campagna elettorale del 1998 diventando eletto delegato all’Assemblea Nazionale Costituente incaricata di scrivere la nuova Costituzione.
Nell’anno 2000 viene scelto all’Assemblea Nazionale, con una ulteriore conferma nel 2005, anno nel quale viene eletto persino come presidente del Parlamento. Tuttavia, nel 2006 depone la sua carica e collabora con il governo come capo del Ministero del Potere Popolare per gli affari esteri.
Nel 2011 Maduro diventa il successore di Chavez, in quanto viene definito un uomo reale e per i buoni rapporti con Jorge Rodriguez, Elìas Jaua e Jesse Chàcon, ovvero gli altri esponenti della sua stessa associazione politica. Subito dopo le elezioni presidenziali, Maduro prende l’incarico di vice presidente del Venezuela, sostituendo Elìas Jaua.
Il 5 marzo del 2013 Chàvez muore a causa di un cancro, Maduro diventa presidente del Venezuela ad interim, comunicando la sua candidatura alle elezioni che si sono svolte dopo poche settimane. Nel 2013 Nicolàs Maduro viene decretato presidente del Venezuela.
Governo Maduro
Dopo aver preso la carica di presidente, Maduro segue le orme di Chàvez, omologandosi sul socialismo bolivariano. Tuttavia, durante la seconda metà del 2013 è costretto ad affrontare le opposizioni del popolo, in quanto la situazione economica era piuttosto negativa e la gestione del Paese non era affatto leale.
Per un po’ di tempo, quindi, Nicolàs Maduro non ha tregua, in quanto anche nel 2014 le proteste popolari continuano senza sosta, ed anche con vittime. Nel frattempo, il presidente del Venezuela, inizia ad esercitare con la Legge Abilitante, emanando leggi senza alcuna approvazione da parte del Parlamento.
Verso la fine dello stesso anno comunica l’intenzione di voler investire circa cinquanta milioni di bolivar per la realizzazione di ulteriori centri di disarmo e investire altri milioni per il piano di disarmo con sorveglianza dei quartieri rischiosi. L’anno successivo conferma il suo “la” alla Olp (Operaciòn Liberaciòn y Protecciòn de Pueblo), in modo da donare più sicurezza all’intero Paese tramite una valida campagna militare costituita da oltre tremila soldati.
Per quanto riguarda la politica estera, anche in questo caso Maduro non apporta cambiamenti alla linea ordinata dal suo predecessore, ma deve fare i conti con gli Stati Uniti a causa della crisi tra loro. All’inizio del 2015, infatti, l’amministrazione Ombama, ha firmato un ordine esecutivo imponendo sanzioni nei riguardi di determinati funzionari del Venezuela che erano accusati di aver preso parte alla corruzione pubblica.
Dunque, dopo il discorso sostenuto da Obama, Maduro identifica il suo Paese come un’ineffabile intimidazione per gli Stati Uniti, consigliando al presidente americano di limitare l’ostilità nei confronti del popolo venezuelano. Più tardi, oltre trenta leader di vari Paesi del mondo firmano la Dichiarazione di Panama, un documento di accusa contro la politica di Maduro. Qualche settimana più tardi, inoltre, il Venezuela e la Colombia vivono una crisi diplomatica.
Rivoluzioni popolari del 2017
Durante i mesi estivi del 2017, il Venezuela subisce l’attacco di molteplici opposizioni da parte dei cittadini: in questo periodo ci sono diverse vittime, e verso la fine di luglio, Paolo Gentiloni, rifiuta il riconoscimento dell’assemblea costituente di Maduro.
Colpo di Stato Venezuela
Il 6 agosto 2017 in Venezuela c’è stato un colpo di Stato. Un gruppo di militari e un gruppo di civili, infatti, hanno tentato di lanciare un attacco conto il governo di Nicolàs Maduro a Valencia. Juan Caguaripano ha tentato in ogni modo di consolidare il popolo per poter riattivare la democrazia in Venezuela, affermando persino che ogni azione contro il governo non possa essere definita come un colpo di Stato, ma soltanto come uno sforzo da parte del popolo per ripristinare l’ordine costituzionale.
L’uomo al comando del gruppo di riottosi, Caguaripano, ricercato nel 2014 poiché si ritiene avesse dato appoggio a un gruppo di dissidenti anti-chavisti, chiese la nascita di un regime di transizione e ulteriori elezioni.
Rapida è stata la reazione delle forze ministeriali, infatti, in breve tempo è stata vista l’arresto di un imprecisato numero di persone e feriti, con almeno 2 vittime. Tra gli arrestati abbiamo visto la presenza di un militare e di alcuni civili, numeri sufficienti che hanno permesso di comprendere quanto sia malvisto il governo Maduro.
In seguito a ciò, il comandante dell’esercito Jesù Suàrez Chourio, ha dato la colpa alla destra e all’impero nordamericano, definendo la situazione un vero e proprio tentativo criminoso.