Storia Contemporanea Eventi Principali
Storia Contemporanea – Eventi Principali – La storia contemporanea viene considerata come l’era storica che parte dalla Rivoluzione francese fino al giorno d’oggi. Moltissimi sono stati gli eventi principali che si sono succeduti tra loro. Scopriamoli insieme!
Storia Moderna Boom Economico
L’Economia negli Anni 50
Durante gli anni Cinquanta, l’intera popolazione ha visto una considerevole ripresa e una maggiore crescita. Di fatti, nel 1950 il Prodotto Lordo Mondiale iniziò a crescere vertiginosamente. Nel nostro Paese e in Germania, però, la crescita fu maggiore, tanto da essere considerato un vero boom economico, possibile grazie a diversi fattori.
L’elemento primario che permise a queste due nazioni di poter vivere agiatamente, fu proprio la crescita della popolazione. Di fatti, con un notevole incremento della popolazione incrementavano i consumatori, e ci fu persino una maggiore crescita della disponibilità dei lavoratori nei vari settori di produzione. L’altro fattore principale, lo attribuiamo alla fondazione di mercato su scala mondiale.
Il perfezionamento di un mercato internazionale fu da sempre bloccato dalle severe misure protezionistiche sempre più imposte dagli altri Stati. In seguito alla guerra, gli Stati Uniti divennero i fondatori di un ritorno al libero mercato. Di fatti, vennero abbattute le barriere doganali e il commercio a livello mondiale si ampliò considerevolmente tra il 1950 e il 1970.
Dobbiamo sapere però, che ci è stato un altro fattore che è riuscito a permettere alle nazioni di vivere meglio: la tecnologia. A tal riguardo, infatti, venne aperto un moderno ciclo di innovazioni a livello tecnologico, che si caratterizzava dallo sviluppo nell’automazione dei processi di fabbricazione, grazie al quale vennero abbassati i costi.
Dunque, gli elettrodomestici e le automobili diventarono dei veri e proprio beni di consumo per tutta la popolazione, affermandosi in questo modo la società dei consumi. Un altro fattore incise nell’aumento della popolazione: il basso prezzo sulle materie prime. E, grazie proprio a quest’ultimo elemento, che vi fu un migliore sviluppo economico, che venne legato all’incremento della qualità e della quantità dei consumi.
La Decolonizzazione
La nascita di due blocchi politici contrastanti tra loro si intrecciò allo sviluppo della decolonizzazione, ossia la volontà degli Stati colonie di acquisire l’indipendenza. Dunque, la decolonizzazione intraprese una fase di elevata potenza tra gli anni ’50 e gli anni ’60 che si concluse verso la fine del decennio seguente.
La decolonizzazione si verificò in seguito alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in quanto in questo periodo di concluse il declino dell’Europa per volere di USA e URSS. L’indipendenza delle aree coloniali si verificò solo con modalità e fasi diverse tra loro.
L’intero continente asiatico fu il primo a liberarsi: nell’India, il movimento nazionalista in via di sviluppo ottenne il rinomato leader, Mohandas Gandhi, che nel 1947 condusse l’India all’emancipazione grazie al metodo della non violenza.
In Cina il Partito Comunista, invece, cambiò radicalmente la guerra di liberazione contro l’occupazione dei giapponesi in un’enorme rivoluzione socialista. Dunque, nel 1949 nacque la repubblica popolare cinese. L’emancipazione della Malesia e del Vietnam venne ottenuta da tutti e due gli stati soltanto in seguito a diversi anni di una violenta guerra civile contro i propri vincitori: Olanda e Francia.
A tale situazione, però, si venne ad aggiungere persino la non facile convivenza con il rivoluzionario stato israeliano, tanto che tragica risultò la rivalità del 1948 che vide l’opposizione degli ebrei e dei palestinesi. Tuttavia, per l’Africa non sono stati anni facili, in quanto il processo di liberazione risultò più difficile, sia a causa della resistenza opposta che dalle varie controversie tribali, ma anche dalla scarsa possibilità di formazione delle classi dirigenti locali.
In questo caso, infatti, la Francia remò contro le forze di emancipazione in Marocco, Tunisia e Algeria. Durante questo periodo il governo francese originò una dura guerra, che si è poi conclusa con la conquista del movimento di liberazione e in seguito all’origine della repubblica popolare dell’Algeria.
Feroci e disastrose furono le guerre d’indipendenza del Congo e del Kenya, in quanto la decolonizzazione venne attuata soltanto in Ghana, in Senegal e in Tanzania, grazie alla presenza di leader di successo del movimento di liberaione. C’è da precisare però, che persino nei movimenti di liberazione ci sono stati degli scontri. Di fatti, i leader credevano che fosse giusto tenere stretti i rapporti politici e quelli economici con le potenze ex coloniali.
La Guerra Fredda
Cosa è Successo Durante La Guerra Fredda?
Tra l’anno 1947 e l’anno 1949 lo sviluppo dei due blocchi contrastanti, si consolidò irrevocabilmente. Di fatti, da una parte vediamo gli Stati Uniti che rafforzano gli obblighi politici con i Paesi dell’Europa occidentale, dall’altro lato invece vediamo la presenza dell’URSS che impone, in ogni parte dell’Europa orientale, la formazione di governi autoritari guidati dai movimenti comunisti originari e diede il via alla riorganizzazione dell’ordine economico sul modello sovietico.
Entrambi i blocchi originarono organismi politico-militari. Di fatti nel settembre dell’anno 1947 a Mosca venne costruito il Cominform, ossia un istituto di coordinamento dei partiti comunisti di ogni parte del mondo, dopo il quale si affermò il Patto di Varsavia.
Il combattimento tra i due blocchi contrapposti si trasformò rapidamente in una “Guerra Fredda”, che fu chiamata in questo modo perché non fu un vero e proprio confitto tra le due forze. Ciò vuol dire che entrambi i blocchi diedero vita a due fronti che si facevano guerra in tutte le zone del mondo.
Nell’Unione Sovietica tutti i contrasti interni vennero definiti come sabotaggio per volere degli Stati Uniti e tutti gli sforzi di autonomia degli Stati alleati vennero bloccati con l’esercito. Nel 1956 abbiamo dunque visto duri eventi di repressione in Ungheria e in Polonia, e in Cecoslovacchia solo verso la fine.
Negli Stati Occidentali iniziò a circolare una campagna di avversione ideologica verso gli ideologi comunisti e i movimenti vennero isolati. Per quanto riguara la Repubblica Federale Tedesca, il partito comunista venne bandito, in Italia e in Francia ai partiti comunisti venne contestato l’ingresso al governo.
Nascita del Welfar State
La Rinascita dell’Europa
Le novità principali si ebbero in Gran Bretagna e riguardavano la realizzazione di nuovi metodi di intervento dello Stato riguardo alle questioni sociali. Nel 1945 i cosiddetti laburisti diedero origine al welfar state. Tale sistema aveva l’obiettivo di fondare una struttura di assistenza pubblica diretta per la protezione dei cittadini, attraverso cure mediche e ospedaliere gratuite, compenso di disoccupazione, incremento pensionistico, ottimizzazione dell’insegnamento pubblico e ampliamento dell’edilizia popolare.
Un’altra fu la novità, che era rappresentata dal voler dar vita a un’Europa stabile e unita per superare l’ideologia nazista. Tra le varie ragioni, facevano capolino anche quelle pratiche; la crescita scientifica e tecnologica, infatti, richiedeva dei grandissimi sforzi a livello economico che ogni singolo Stato, però, non riusciva a sostenere. Un ruolo importante lo ricoprì anche la consapevolezza dell’inferiorità continentale davanti a forze come il capitalismo americano.
L’obiettivo primario dell’unità era la costituzione di una più compatta entità politica e la realizzazione di una zona in Europa per il libero mercato. Nell’anno 1957 il trattato di Roma approvò la costituzione della Comunità economica a livello europeo. A questo punto, la Cee si prefissò un obiettivo importante da raggiungere: fondare la costituzione del mercato comune europeo.
Durante gli anni ’60 e ’70, dunque, l’integrazione europea iniziò a stabilire l’impiego per una politica di distensione con gli Stati europei appartenenti al blocco comunista.
Sviluppo e Sottosviluppo
Il Benessere e Il Terzo Mondo a Confronto
L’imponente fase di espansione economica si identificò con il processo di decolonizzazione. Però, questo evento non significò l’acquisizione di benessere, ma al contrario iniziò a imporsi il divario sia sociale che economico tra gli Stati di recente indipendenza e l’Occidente.
Di fatti, per la maggior parte degli anni ’50 il reddito medio dei singoli cittadini dei Paesi ex coloniali era poco più di un terzo rispetto a quello degli abitanti americani. Gli Stati dal basso reddito individuale sono stati denominati, a loro volta, Paesi in via di sviluppo, in quanto si credeva che dovevano ancora raggiungere il livello economico di tutti gli altri Stati.
Però, la differenza si accentuò notevolmente, e alla fine viene definito “Terzo Mondo”, ossia tutti quegli Stati che non appartenevano né all’area capitalistica né a quella sovietica, e nei quali ancora regnava la povertà. In quel periodo, la povertà si costituiva da insufficienza alimentare, scarse opportunità lavorative, malattie, analfabetismo e un’economia veniva originata soltanto dagli Stati ricchi.
La causa principale del sottosviluppo, è stato proprio l’incremento della popolazione, contribuì però anche la riduzione della mortalità, che rese il Terzo Mondo ancora più poveri a causa della pressione umana sulle risorse disponibili. Non solo, perché tra le varie cause, ha inciso anche l’integrazione del mercato mondiale, che a sua volta ha fatto balzare gli equilibri economici tradizionali delle società appartenenti al Terzo Mondo.
Il Mondo della Crisi
L’Economia Dopo La Guerra del Vietnam
Tuttavia, all’inizio degli anni Settanta la fase economica positiva ha visto un improvviso blocco e l’economia mondiale venne investita da un’ulteriore crisi generale, soprattutto a causa della reazione tra la recessione e l’incremento dei prezzi. Di fatti, l’inflazione prosperò tutti gli anni di oltre il 10%, intensificando i prezzi dei beni di consumo e del petrolio
La crisi, però, non fu causata soltanto da questo evento, ma anche dal graduale indebolimento del dollaro. L’ordine era in equilibrio perché la struttura economica americana dava fermezza alla moneta e perché la Banca Centrale USA si occupava della gestione dell’emissione del dollaro.
In seguito alla guerra del Vietnam, però, una delle due condizioni iniziò a decadere. Tuttavia, i costi della guerra furono superiori a quelli che l’economia americana riuscì a sostenere. Per fronteggiare le spese della Banca Centrale venne fatta circolare una maggior quantità di denaro, in modo da poter deprezzare il dollaro. Il deprezzamento del dollaro stabilì una generale instabilità nei cambi tra le valute e valorizzò le spinte al rialzo dei prezzi.
Questa crisi però non fu come le altre, perché i sindacati dei lavoratori impedirono che essa venisse decifrata tramite la distribuzione delle risorse meno incline al lavoro salariato. La veemenza dei lavoratori delle industrie dipendeva soltanto dal fatto che negli Stati industrializzati la disoccupazione era minore. Per di più, il welfare state assicurava altri aiuti ai lavoratori come la pensione di vecchiaia, sussidi per la disoccupazione, prestazioni sanitarie non a pagamento e così via.
Termina il Sistema Fordista
In seguito a una generale crisi, lo Stato aveva un solo obiettivo: ridurre le spese personali e sorvegliare il livello dell’inflazione, anche se ciò valeva dire restare uno stato sociale. Grazie a questa scelta, lo Stato avrebbe ritrovato un’economia di mercato in cui avrebbe prevalso la libera concorrenza.
In tal modo, la fabbrica meccanizzata che si occupava della produzione dei beni di consumo dell’intera popolazione venne demolita, in quanto era necessario dar vita a un sistema di produzione più elastico, con una riduzione dei costi relativi alla produzione.
A tal riguardo, la fabbrica vide un trasferimento delle attività produttive e di lavorazione negli Stati del Terzo Mondo, a causa dei prezzi troppo cari. Successivamente, fu trasferito il centro dell’economia dall’industria al settore terziario, che era riservato ai servizi. Tale processo prese il nome di deindustrializzazione.
In un secondo momento, il decentramento produttivo e la deindustrializzazione hanno permesso di ridurre la classe operaia, che era in minoranza. Per di più, il rivoluzionario sistema di sviluppo si affermò più dinamico rispetto a quello precedente.
Rivoluzione Informatica
L’Era Digitale
In seguito alla crisi degli anni Settanta ci fu l’aumento dell’innovazione tecnologica. Infatti, venne sostenuta l’utilizzazione di fonti di energia alternativa e l’analisi di rivoluzionari metodi e di innovativi prodotti a basso consumo di energia. Nelle case venne installato il riscaldamento a metano, ma molte altre società si occuparono della produzione di energie alternative, come quella solare e poco più in là quella eolica.
Il superamento della crisi, però, avvenne maggiormente grazie all’informatica. La natura di questa rivoluzionaria tecnologia è stata così innovativa da definirla come una vera e propria rivoluzione di successo, in quanto in pochissimo tempo la tecnologia informatica si perfezionò considerevolmente. In questi anni il Personal Computer entra in, quasi, tutte le case.
Grazie all’informatica è stato possibile riorganizzare in maniera complessiva la circolazione delle informazioni in tutto il mondo. Con la telematica, invece, è stato possibile trasmettere istantaneamente ogni tipo di dato o informazione in ogni posto del pianeta Terra.
Grazie all’informatica dunque i costi di produzione sono stati abbassati nuovamente, e con l’utilizzo del computer è stato sostituito il lavoro umano in diversi settori lavorativi. In tutte le fabbriche automatizzate, dunque, il lavoro degli operai dipendenti si è ridotto notevolmente.
Società dell’Informazione
Con il considerevole cambiamento del modo di lavorare che è avvenuto in tutto il mondo grazie alla tecnologia, è stata possibile la collaborazione anche tra le persone che non avevano un lavoro nello stesso luogo. Dunque, il personal computer ha favorito la decentralizzazione delle attività lavorative e della distribuzione dei vari beni.
A sua volta, l’informatica è riuscita a diventare un grandissimo settore produttivo. E, di fatti, si concentra maggiormente negli Stati Uniti e in Giappone, ma non escludiamo l’Europa. Grazie quindi alla rivoluzione informatica nel mondo si lavora meglio, viene ridotta la fatica e i tempi di lavoro.
C’è un però! La nuova tecnologia ha, però, in questo modo provocato una maggior disoccupazione, specialmente in Europa, in cui sono stati confermati 30 milioni di individui disoccupati.
Il Mondo da Nord a Sud
L’Economia negli Anni 80
Diversi furono gli effetti positivi dovuti agli interventi attuati dai governi per abbattere la crisi economica. All’inizio degli anni Ottanta l’inflazione si ridusse considerevolmente, agevolando la riduzione dei costi delle materie prime e del petrolio. Dunque, nell’anno 1985 lo sviluppo economico si riattivò negli Stati industrializzati.
Tuttavia, i Paesi del Terzo mondo non videro alcuna ripresa. Una situazione del genere diventa intollerabile tanto che nel 1983 viene rinnovata la proposta di riportare a zero i debiti e risarcire le banche creditrici. Però, la proposta non fu accettata dal Fondo monetario, e i Paesi del Terzo mondo si aggravarono maggiormente. Dunque, per tutta la durata degli anni Ottanta il Terzo mondo rimane nel sottosviluppo, e lo è ancora al giorno d’oggi.
Crolla l’Impero Sovietico
La perestrojka negli Stati del Patto di Varsavia avanzò notevolmente che, alla fine del 1989, il blocco sovietico venne demolito. In Polonia, da parte di Lech Walesa ci fu il raccoglimento dell’intera opposizione civile e popolare tanto da riuscire a fronteggiare il colpo di stato militare del 1981.
In seguito ci fu l’accordo con il Partito comunista, e tra il 1989 e il 1993 ci fu la costruzione di moderne istituzioni democratiche. In Ungheria prevalsero le potenze riformatrici, cosicché nel momento in cui Gorbaciov mise fine alle agevolazioni, svanì senza alcuna resistenza, e in questo modo le moderne forze politiche democratiche e socialdemocratiche riuscirono a dare un nuovo aspetto all’orientamento costituzionale del Paese.
I tedeschi, invece, tra il 7 e il 9 novembre 1989 assistettero al crollo del muro di Berlino, simbolo della guerra fredda. Grazie a questo evento, dunque, crollò il sistema politico, che sembrava apparentemente piuttosto compatto. Durante il mese di marzo 1990 vengono istituite le prime elezioni libere. Il 3 ottobre dello stesso anno, avviene la riunificazione della Germania.
La Romania, invece, fu la protagonista di una rivoluzione popolare, a causa della dettatura costituita da Nicolae Ceausescu. Verso la fine del 1989 la popolazione rumena si ribella al politico, che a sua volta reagi con duri controlli e impedimenti. Grazie all’aiuto dell’esercito, la rivoluzione romena riesce a vincere la sua lotta. Nicolae Ceausescu, infatti, viene sottoposto a esecuzione capitale con la compagna Elena.
Durante la seconda parte degli anni ’80, ci fu una improvvisa modifica che diede vita a un nuovo evento: Michail Sergeevic Gorbaciov, ricopre la carica di segretario generale del Pcus nel 1985. Nel 1987 si conclude la Guerra Fredda. Nel 1991 la Croazia e la Slovenia proclamano la propria indipendenza ed escono dalla Federazione Jugoslava.
La Serbia si oppose all’indipendenza della Croazia, e nel 1992 ci fu un’ulteriore battaglia civile tra i serbi e i croati, che si estese fino alla Bosnia-Erzegovina. La guerra cessò tra il 1995 e il 1996, con un’ulteriore ripresa nel 1999 in Kosovo. Nel 1991, inoltre, con il congresso del Pci, il Partito Comunista Italiano si eclissa completamente, per cedere il suo posto al Partito Democratico alla Sinistra. Nel 1996 l’economia italiana s’ingrandisce notevolmente, ma il tasso di disoccupazione resta comunque elevato.